Donne nella pesca

 Alla biblioteca comunale “Gambalunga” di Rimini si è tenuto il workshop “il ruolo della donna nel mondo della pesca e dell’acquacoltura”, dove il moderatore Massimo Bellavista -FLAG Costa dell’Emilia Romagna- ha sollecitato un confronto frizzante sulla problematica della discriminazione di genere, a cui ha seguito l’inaugurazione della mostra “Donne nella pesca”.

Il progetto “Donne nella pesca”  nasce dalla cooperazione inter territoriale tra FLAG (oltre a FLAG Costa dell’Emilia Romagna si trovano FLAG GAC Chioggia e Delta del Po, FLAG Marche Centro, FLAG Alto Tirreno Toscano e FLAG Costa di Pescara e vuole valorizzare  il ruolo delle donne nel settore della pesca e dell’acquacoltura, ponendosi quale obiettivo quello di migliorare le condizioni di vita e di lavoro delle stesse, nonché quello di sensibilizzare tale ambiente al problema della discriminazione di genere. Il progetto, finanziato dal FEAMP – Fondo europeo per la politica marittima, la pesca e l’acquacoltura- 2014/2020, tra l’altro, si propone di garantire la parità di trattamento e di diffondere la cultura della parità di genere, in ogni attività che verrà svolta dal partenariato.

Premesso il quadro entro cui il progetto si sviluppa, il workshop è stato un momento stimolante di confronto, che ha visto la partecipazione di diverse figure.

La Consigliera regionale Nadia Rossi, come anche l’assessora Marta Mondini, sono intervenute nel workshop,  sottolineandola necessità di una più puntuale attenzione nei confronti del mondo marittimo e non solo, che purtroppo, vede ancora troppe poche donne, non tutelate. E’ evidente l’esigenza che le donne vengano attratte dal lavoro nel mondo marittimo e ciò può avvenire solo attraverso un rimodellamento del settore, che non può più essere monopolio del maschio. Le professioniste, hanno evidenziato, possono essere un’importante risorsa che deve essere riconosciuta, incentivata, tutelata e poi correttamente impiegata per il benessere di tutta la filiera ittica e per la sua crescita.

Anche la vicesindaca Chiara Bellini ha posto in luce come il settore economico in senso lato sia intriso dall’idea, divenuta cultura patriarcale, che le donne possono rivestire solo ruoli marginali e mai quelli di attrici protagoniste.Pertanto, è imperativo che le donne vengano riconosciute e tutelate in una realtà che ancora non comprende né accetta che la parità di genere è ricchezza per tutti.

La disuguaglianza di genere è stata il fulcro di questo workshop, che è stata plasticamente declinata in diversi ambiti. Dunque, se, da un lato, la filiera ittica ha conosciuto un progressivo sviluppo in termini economici nel corso degli ultimi anni, lo stesso non può dirsi in materia di diritti. Le figure femminili che lavorano in questa realtà non sono compiutamente riconosciute dallo Stato italiano e ciò rappresenta, oltre che un’ingiustizia sociale, il sintomo di un problema culturale endemico.

In tale sede, noi Mariscadoras siamo intervenute come esempio virtuoso di una realtà imprenditoriale tutta al femminile. Abbiamo raccontato la nostra storia e i nostri propositi: vogliamo rappresentare un’idea di imprenditoria giovane, innovativa e sostenibile, fatta da donne, per le quali vogliamo essere l’archetipo di una rivoluzione nel mondo marittimo.

Gli interventi che si sono susseguiti hanno, peraltro, attirato l’attenzione anche sulla necessità di un riconoscimento giuridico delle professioniste che lavorano nel settore della pesca e che ancora non hanno una voce legittimata.

Il workshop è stata una fonte di preziose riflessioni tra professioniste e professionisti, una sede stimolante per scambiarsi e raccogliere, idee e progetti sul tema dell’empowerment femminile, nonché per fornire informazioni circa le opportunità di accesso ai fondi europei, al FEAMPA – Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca e l’acquacoltura, e ha messo in luce quanto ancora sia lunga per le donne la strada da percorrere.

Martina Guidi

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